Iperomocisteinemia e il rischio cardiovascolare

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Iperomocisteinemia e il rischio cardiovascolare

L’omocisteina è un aminoacido solforato che non rientra nella composizione delle proteine plasmatiche e che si forma a seguito della perdita del gruppo metilico da parte della metionina, un aminoacido essenziale introdotto con la dieta.

L’omocisteina è un prodotto di scarto che di norma viene trasformato in una sostanza innocua utile all’organismo grazie all’azione di specifici enzimi e di alcune vitamine presenti nel sangue, in particolare B12 e acido folico1.

Quando non viene metabolizzata nel modo adeguato e si accumula all’interno dell’organismo, crea una condizione chiamata iperomocisteinemia.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) considera normale un valore ematico di omocisteina fino a 13 µmol/L, pertanto per concentrazioni plasmatiche superiori a tale valore si parla di iperomocisteinemia1.

Recenti studi hanno evidenziato che concentrazioni plasmatiche elevate di omocisteina risultano essere correlate con un aumento del rischio di malattia cardio-vascolare. Le patologie cardiovascolari sono sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, un’importante causa di mortalità e morbidità2.

Altri studi considerano l’ipermocisteinemia un fattore di rischio per patologie neurodegenerative quali demenza e malattia di Alzheimer3.

Elevati livelli di omocisteina plasmatica sembra essere un fattore di rischio importante ed indipendente per fratture osteoporotiche sia negli uomini che nelle donne di età avanzata1.

L’iperomocisteinemia è una condizione morbosa multifattoriale (dipendente cioè da diverse cause).

Alcune di queste non sono modificabili come la predisposizione genetica, il sesso e l’età; altri sono difficilmente modificabili come gli stati patologici e le terapie farmacologiche. Quelli, invece, su cui si può agire sono i fattori legati a determinati stili di vita. Infatti, la riduzione del consumo di caffè e di bevande alcoliche, una dieta varia, uno stile di vita attivo, l’astensione dal fumo nonché una supplementazione vitaminica mirata (vit. B6, B12 e folati), possono ridurre i livelli di omocisteina anche in presenza di altre cause1.

Bibliografia
1. S. Argenti, R. Bazzano, H. Cena, “NUTRIZIONE E STILE DI VITA NELL’IPEROMOCISTEINEMIA”, stampa a cura di Inpha Duemila.
2. WHO (World Health Organisation). The word health report: reproducing risks, promoting healthy life. htpp://www.who.int/whr/2002/en/whr02_en.pdf.
3. Zheng Z, Wang J, Yi L, Yu H, Kong L, Cui W, Chen H, Wang C, Correlation between behavioural and psychological symptoms of Alzheimer type dementia and plasma homocysteine

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Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.